Lo statuto
Proemio
“Se nelle pubbliche e private sciagure a niuno sventurato mancò assistenza di carità
civile e religiosa, dovuto fù sempre ad una ammirabile istituzione cui mai vien meno lo zelo
di filantropia. E’ questa la Confraternita di Misericordia che silenziosa, avvolta in nera
cappa, di giorno, di notte, in ogni stagione e sempre, porta a passo lento e misurato sulle
spalle i cataletti che recano ai luoghi di refugio, e di soccorso, o alla tomba, gl’infelici colti
da malore o da morbo repentino.
In ogni occasione la Compagnia della Misericordia rispettata da tutte le credenze
religiose perché Ella fa il bene per il bene nel Santo nome dell’umanità, di ammirabile è
divenuta sublime per crescere di pericoli, né per moltiplicare di travagli non ha mai
defezionato dalla sua infaticabile Carità. In Lei arde perenne la fiamma dello spirito
evangelico; sotto la nera Gramaglia si confonde il patrizio, e l’Artigiano in una perfetta
eguaglianza di doveri; Essa rappresenta in terra la Provvidenza divina, la quale accorda le
ricchezze perché siano amministrate a pro dei bisognosi. I Fratelli della Misericordia si
separano dopo aver compiti i loro pietosi Officii, ripetedosi l’un l’altro “DIO NE RENDA IL
MERITO” senza veduta di ricompensa terrena. Non è dato con brevi parole assolvere il
debito di gratitudine che tutti abbiamo verso questa generosa e benemerita Istituzione.
Voglia il Cielo che la Confraternita di Misericordia di Pontassieve, affiliata a quella di
Firenze, ritornata al suo primiero splendore per le cure del Municipio, e della Congregazione
di Carità, non debba mai eclissare, e la magnanimità dei Fondatori sia per essere duratura,
finchè l’umanità languente necessiterà dell’umano soccorso dei Fratelli Misericordiosi, i
quali per istituzione debbono trattare il povero infermo con compassione e rispetto, poiché
anche la sventura ha la sua maestà. Le garanzie che accorda la legge alle Opere Pie, ci
fanno sperare che l’esempio dei nostri Maggiori sarà rinnovato; le largizioni delle grandi e
piccole possidenze saranno copiose come per il passato e il numero dei Fratelli sarà per
essere numerosissimo. Così sarà dato il mezzo alla Confraternita della Misericordia di
soccorrere alle miserie che nell’esercizio del caritatevole ministero, Essa meglio di ogni
altro può conoscere, perché la carità ai disgraziati esercitata da per sé, ha più importanza
di quella esercitata per mezzo di altri. La Carità è l’oggetto di queste Costituzioni che sono
modificazioni delle antiche, adattate ai tempi e alle circostanze attuali ed a quelle che man
mano col passare del tempo si matureranno. La Carità è l’unico mezzo per il bene
adempiuto “OMNIA VESTRA IN CHARITATE” dice l’Apostolo Paolo, dietro la scorta del quale
noi possiamo gloriarci di essere veri seguaci di Gesù Cristo, provvedendo nella maniera più
sicura, facile e decente ai bisogni dei Poveri Infermi ed al buon ordine in tutto ciò che
riguarda la nostra Confraternita.”
Antico statuto
Approvato con decreto reale del
3 maggio 1872